
Il Presidente Grasso dall’alto della sua esperienza invita “coloro che sanno” a parlare e Renzi ammette che poiché il giovane era tenuto in custodia da organi di giustizia lo Stato era responsabile della sua incolumità: non so a voi, a me sembrano discorsi da bar, pensieri da comune cittadino che commenta notizie di giornale, non prese di posizione di personalità importanti da cui è lecito aspettarsi che arrivino decisioni, impegni e disposizioni. Non credo che qualcuno sentisse la necessità di queste esternazioni, ancor meno se non saranno seguite da fatti.
Tornando alla sentenza, si può tranquillamente affermare che tutta la vicenda non fa onore alla Giustizia Italiana, non essendo avvenuta per strada al buio ed in solitudine, ma in una struttura sanitaria controllata, non è accettabile che questa morte non abbia spiegazioni. Se non ci sono colpevoli, si spieghi come e cosa è accaduto, si faccia luce sulle vere modalità.
I giudici hanno assolto, così almeno sembra, perché non avevano prove di colpe specifiche; confidando, come fa il Procuratore di Roma, sulla correttezza della sentenza, è inevitabile giudicare negativamente le indagini, ed è altrettanto inevitabile chiedersi come mai, se non sono state tanto lacunose a bella posta.
Ecco dal Governo, dal suo presidente, dai ministri competenti, dal Presidente del Senato e dal capo della Procura ci aspettiamo tutti che agiscano per chiarire tutta questa vicenda ed impedire che ne accadano ancora, per dare alla famiglia Cucchi la possibilità di sapere come e perché è morto il loro congiunto, ma anche per togliere alle migliaia di operatori di tutte le forze dell’ordine l’aura di sospetto che li colpisce dopo vicende del genere. Fare chiarezza e giustizia è una necessità, per tutti.
Giuseppe Rubino