Una regia strepitosa di Norma Martelli insieme ad autore e protagonista, tre “ingredienti” ben amalgamati per un racconto che tutto di fila ruba il fiato a chi lo assiste.

“Il giardino dei sogni”, aggiungiamo spezzati, è un racconto molto forte, ogni personaggio interpretato da Claudia Campagnola, ha un sogno semplice che spera possa esaudirsi, ma ” l’incedere del mondo verso un cammino nero” riserva una sorte avversa che comunque ogni individuo del racconto accoglie e abbraccia quasi come una liberazione.

Questo genere di rappresentazione ha forse un suo alveo naturale nel teatro di servizio,  ci ricorda l’autore Francesco Zarzana, realtà il racconto di queste tre Donne lontane da noi e dai nostri modi garbati, è tragicamente vicino alle vicende che viviamo in anche in Italia, una per tutte il caso dell’ ILVA, ma anche i raccoglitori di pomodori e tante altre storie che conosciamo ma dimentichiamo come parole al vento.

 

A Teheran venne uccisa Neda ( che significa voce) questo personaggio, in realtà in questa occasione,  ebbe una forte eco tra la popolazione, tutti ripetevano come in una litania neda….neda...  voci al vento dunque,  che provenivano da ogni dove,  stavolta però si trattava di una ribellione ” educata e sentita” appunto per testimoniare da un lato la “rivolta dei giovani” al potere barbaro di Ahmadinejad, dall’altro un urlo per non dimenticare chi si era immolata per la libertà di tutti gli Iraniani liberi.

Francesco Zarzana da una chiave dello spettacolo legato al servizio e al diritto umano e diritto sulle Donne:

“..è sempre doveroso manifestare questo dissenso che diventa denuncia… il teatro dà voce a chi non ne ha ”

La sintesi è presto detta:

Al Testro Musco, l’atmosfera sia del piccolo teatro sia delle luci e delle domande accorate e sincere fatte alla regista e alla protagonista, hanno  coinvolto testimoniato ed emozionato tutti.

 

 

Di admin

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