goccedirubinoChe in politica non esistano posizioni eterne è logico; che si possa cambiare idea è possibile, fisiologico direi. La storia politica del nostro paese, ma non solo, è piena di ripensamenti, di cambi di opinioni, di spostamenti da uno schieramento all’altro: senza arrivare agli Scilipoti, sono stati tantissimi i casi di trasmigrazioni da un partito all’altro, da una coalizione all’altra.
Ma che Salvini vada a Napoli o, come ha fatto più recentemente, a Palermo a cercare consensi, è decisamente singolare.
Salvini, e chi lo consiglia, è politico scaltro, attento agli umori dell’elettorato, che sa parlare “alla pancia” dello stesso, che usa il legittimo malumore, le paure di chi vive sulla propria pelle gli effetti di una crisi economica che sembra senza fine e che ha messo in ginocchio l’economia italiana, anche in quelle zone mai toccate finora, quel nord che è stato, e lo è tuttora, il traino del sistema economico del nostro paese.
Se il nemico da battere (ed abbattere) della Lega Nord che abbiamo finora conosciuto, è stato “Roma ladrona” ed il meridione “parassita e malavitoso”, adesso è l’Euro che affama e l’immigrazione che toglie lavoro, case e soldi agli italiani e ne mette a rischio la sicurezza.
 Se gli argomenti leghisti della prima ora, per così dire, facevano presa su una parte ben precisa e delimitata della popolazione, quelli che riguardano l’Euro e l’immigrazione (clandestina e non) ha pensato bene Matteo II, possono trovar consensi anche nel resto del paese.
Ho detto che è furbo il leader con la felpa, e non poteva sfuggire ad un tipo furbo come lui, anche il momento di difficoltà di Berlusconi, il progressivo dissolvimento di Forza Italia e il declassamento del manipolo di Alfano a stampella del governo Renzi, che lasciano un vuoto nel ruolo di leader della destra italiana, alternativa alla sinistra e al governo attuale. Ruolo a cui, legittimamente per carità, aspira e che lo potrebbe proiettare ai vertici della politica italiana.
Premettendo che non mi son piaciuti neanche gli striscioni e gli slogan dei suoi contestatori a Palermo, “orgoglio terrone” seppur ironico rientra nel linguaggio di chi contestavano,  non credo bastino una felpa ruffiana o altrettanto ruffiane e furbesche dichiarazioni gastronomiche (ha detto che mangia frequentemente i cannoli di ricotta, forse non ricordando che un altro politico al cui nome si accostavano i cannoli è in galera, dove gli viene negato anche il diritto di andare a trovare la madre ammalata e morente, ma questa è un’altra storia) o delle scuse tardive per le offese del passato, per convincere i siciliani a dargli fiducia; così come a mio parere neanche abbuffarsi di pastiera e babà gli garantirà successo a Napoli. Mi viene semmai la curiosità di sapere con quale argomento potrà chiedere il voto agli, attualmente, odiati migranti che in un futuro non lontano, ottenuta la cittadinanza italiana, andassero a votare: dirà che ha sempre mangiato le banane?
In questa situazione a gongolare è l’altro Matteo: se gli avversari son questi (tra Grillo che epura, Scelti Civici che trasmigrano e Alfaniani che ondeggiano) zittita l’opposizione interna, Renzi potrà dormire sonni tranquilli; e forse a questo si riferiscono coloro che lo definiscono l’erede di Berlusconi: come il cavaliere potrà basare le sue fortune politiche sulla mediocrità degli avversari.

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