Una bambina appena nata è morta: le circostanze e le cause esatte della morte non sono ancora chiare e devono essere completamente accertate, di fatto è cominciata la solita “rappresentazione”. Durissima la dichiarazione dell’Assessore Borsellino che dopo aver convocato i manager delle Aziende Sanitarie coinvolte ha annunciato che verifiche
rà “come sono andate le cose senza guardare in faccia nessuno”. Dichiarazioni a cui fa eco il Sindaco di Catania Bianco che unendosi alle dichiarazioni della Borsellino chiede con lei che si ponga fine a simili vergogne.

Non potevano mancare le dichiarazioni, sullo stesso tono del governatore Crocetta né l’immancabile invio di ispettori da parte del Ministro.
Leggendo queste dichiarazioni mi sorge spontanea una domanda: ma qual è il compito di un Assessore regionale alla Sanità? Cosa fanno i governatori, i sindaci o i ministri? Non dovrebbero “loro” far si che ospedali, scuole, uffici pubblici funzionino? Non dovrebbero “loro” rispondere ai cittadini di malfunzionamenti, di sprechi o di morti come in questo caso? I cittadini hanno il diritto di indignarsi, di “non guardare in faccia nessuno”, chi amministra deve dare spiegazioni.
Vivendo in una casa in cui vive una bambina piccola, capisco il dolore dei genitori, dei nonni e di tutti i familiari di questa bimba; credo che loro vogliano ed abbiano il diritto di sapere i motivi, le cause di questa morte, se poteva essere evitata, se non c’erano altre cose che si potevano fare, altri tentativi. Cosa devono pensare vedendo l’indignazione di Assessore, Sindaco, Governatore e Ministro? Che ci sono dei medici, dei manager che cinicamente hanno lasciato morire la loro piccola?
Io aspetto che sia fatta chiarezza, che vengano chiarite le cause e le eventuali responsabilità. Penso che per le attuali condizioni dei nostri ospedali, per la cronica carenza di risorse e personale, di tragedie come questa se ne rischino continuamente, che vengono evitate solo grazie al lavoro della maggioranza degli operatori sanitari. Ho sentito spesso parlare di tagli, di piani di rientro, che non sono solo parole sulla carta, sono posti letto persi, reparti accorpati, personale non assunto o mantenuto precario per decenni.
Un risanamento che non mantenga livelli di assistenza minimi efficienti non è un risanamento ma la distruzione di un sistema, e di fronte a questo decadimento val la pena di non guardare in faccia nessuno.
Giuseppe Rubino