il piano regolatore di S. Giovanni La Punta si blocca ai nastri di partenza!
Lo schema di massima del progetto di revisione del piano regolatore di San Giovanni La Punta è stato impugnato dal locale Movimento Cinque Stelle, dopo che un’interrogazione, presentata in questi giorni al Governo regionale di Palermo, segnala il caso puntese all’ ARS e chiede la revoca in autotutela della recente delibera di approvazione dello schema di
massima del progetto di revisione del piano regolatore per “scongiurare ingenti danni erariali, per il pagamento delle sanzioni europee, e incalcolabili danni economici per il mancato sviluppo del territorio dovuti alla inevitabile paralisi del procedimento di approvazione del PRG.”.
“Il rilievi della nostra opposizione non sono superabili – dice la candidata sindaco Giusy
Rannone, – questo Piano è stato redatto in violazione delle Norme Europee, e non può
proseguire oltre. I cittadini e gli imprenditori che hanno creduto di poter aver un Piano
Regolatore in tempi brevi sono stati bellamente presi in giro”.
Infatti il Piano portato in Consiglio Comunale non ha seguito la procedura di Valutazione
Ambientale Strategica (VAS) in aperta violazione della Direttiva Europea 2001/42/CE, e
non lo diciamo noi, lo dice la Commissione Europea che il 27 febbraio 2015 ha aperto
un’indagine formale di infrazione nei confronti della Regione Siciliana.
Ma cosa è la VAS? Così come un protocollo di legalità ci protegge dalle infiltrazioni mafiose
– spiega Giusy Rannone – allo stesso modo la VAS tutela la salute dei nostri bambini, degli
anziani e di tutti i cittadini, tutela il nostro ambiente cioè l’aria che respiriamo, l’acqua che
beviamo, il nostro suolo, (ricordiamoci quel che è successo nella terra dei fuochi) e tutela i beni culturali, cioè i nostri centri storici, che sono la nostra identità.
La VAS – continua Giusy Rannone – è una grande casa trasparente dove tutti tutti gli Enti competenti in materia ambientale (Soprintendenza, Genio civile, ASL, Assessorato Regionale Territorio e Ambiente, Parco dell’Etna etc.), i gruppi sociali e le associazioni ambientaliste possono conoscere e contribuire alla formazione del Piano Regolatore.
La regione siciliana, inutile nasconderlo, ha eluso fino ad oggi l’obbligo della procedura
VAS, che è obbligatoria dal lontano 2004. Già nel 2010 la Commissione Europea aveva
aperto un indagine formale nei confronti della Regione Siciliana, richiamandola al rispetto
delle regole, costringendola ad abrogare precipitosamente le leggi “ad regionem”, oggi
potremmo dire, che si era data.
Con la nuova procedura di indagine formale aperta nei confronti della Regione Siciliana
sarebbe da incoscienti cercare ancora di formare un Piano Regolatore chiusi nelle segrete
stanze di un Ufficio Tecnico Comunale senza la trasparenza e la partecipazione imposti
dalle nuove procedure europee.
L’intento dei pentastellati è, per la prima volta nella storia della nostra Comunità, di mettere
lo strumento urbanistico in mano ai cittadini, così come recita la Legge, in maniera di far saltare eventuali sottaciuti accordi speculativi.