Roberto Colina – Già nel titolo, “Merica Merica viaggio verso il nuovo mondo”– Sciascia Editore esprime la sintesi di ciò che tratterà: lo spirito ingenuo dei nostri compatrioti in partenza verso le Americhe. Il lemma Merica, si ripete concettualmente in tutta l’opera, in un ventaglio di espressioni, quasi fosse una litania contro le avversità della vita di quanti, in preda alla disperazione, si sono lasciati alle spalle le loro esistenze per inseguire “il sogno americano”. Ma anche – allo stesso tempo – il suo contrario, di coloro cioè che hanno subito “l’abbandono” dei loro cari che non vedranno mai più. L’argomento è l’emigrazione di massa trattata in tutte le sue angolature, ma all’interno del libro ci sono anche immagini fotografiche inedite dei nostri emigranti e perfino un compendio di musica in un CD. In certi articoli gli approcci utilizzati sono emozionali e sono espressi con quel rigore linguistico tipico di quel tempo, a cavallo tra la fine del XIX ed il XX secolo. Sono altresì ricchi di metafore linguistiche e similitudini che danno al lettore la giusta percezione del fenomeno “emigrazione“.
Se l’approccio emozionale offre la tangibilità dell’argomento, altri contribuiscono al quadro complessivo intellettuale, attraverso la cronaca giornalistica, l’analisi storiografica, economica, le opinioni socio-antropologiche e la visione d’insieme, dell’occhio attento del regista cinematografico, che danno tutti luogo ad un’immagine scientifica del nostro tempo. Leggendo i vari articoli c’è anche un altro elemento comune che si ripete: ”le valigie legate con i lacci”. La ripetizione concettuale di questa espressione dà corposità alla quantità imprecisabile di valigie; sono tante, troppe, quasi a voler denunciare il numero sconsiderato di persone in fuga dalla miseria. “Merica Merica viaggio verso il nuovo mondo” si dimostra idealmente libero, perché può essere letto anche partendo dall’ultimo articolo per finire al primo, senza nulla togliere al senso dell’opera, in quanto ogni singolo articolo è genialmente introdotto e ben concluso alla fine. L’ultimo contributo di questo scritto, ma non per questo meno sostanzioso degli altri, è quello di poter scoprire alla fine della lettura, approcci di analisi della realtà prima sconosciuti.
Importante, infine, è il CD incluso nel volume; le musiche sono state curate da Giuseppe Calabrese e da Maurizio Piscopo, mentre i canti sono stati interpretati dalla “Compagnia di Popolare di Favara”. L’entrée del CD comincia con una chitarra e il succedere dei mandolini accompagnati magistralmente dalle fisarmoniche che ci riportano a quel tempo. Intanto le voci dei cantastorie incastonano i pensieri e i sentimenti di quanti son partiti e di quelli che son rimasti. Ne scaturisce un capolavoro di emozioni, tanto da aver l’impressione che i personaggi raccontati nel testo riprendano a vivere, procurando all’ascoltatore un “déjà vu” appena scoperto con la lettura del libro. In definitiva è “un empatico viaggio nel tempo”, un vero e proprio inno alla vita fatto di dialoghi, canti e tanta buona musica.